Un mondo di libri:
divani in viaggio
divani in viaggio
Chicago, giorni nostri.
I protagonisti non sono più ragazzi ma facciamo fatica a catalogarli come adulti.
Sono quella generazione di millenials che ha perso ogni certezza: un partner, una casa sicura, una famiglia stabile, un posto fisso. Tutto questo manca, possono anche aver lontanamente pensato di arrivare prima o poi ad uno di questi punti fermi, ma di fatto o hanno scelto altro oppure li hanno visti naufragare davanti a sé.
Un mondo instabile, in cui Moodie e gli altri personaggi che la circondano, si muovono con agio, consapevoli di non voler rimanere ingabbiati in certe dinamiche che rappresentano al meglio la generazione dei propri genitori.
Senza schemi sono anche le relazioni, da cui il perbenismo è bandito, perciò si litiga, si manifesta tutta la propria inadeguatezza rispetto a sé e agli altri, senza alcun filtro.
Ci si ferma sulla superficie delle questioni, da dove l'infelicità profonda fa capolino. È la sensazione di non essere mai all'altezza di nulla, di un mondo che corre e lascia indietro, in cui non ci si aggrappa a nulla, nemmeno alla compassione del lettore che non riesce a provare empatia per i personaggi.
"Pensava soprattutto a sé stessa e alle sue emozioni. Aveva l’impressione che le stesse marcendo il cervello. Quando parlava con i suoi, era solo di sé e dei suoi sentimenti. La noia era come una grattugia fatta passare sul suo cuore, delicatamente, di continuo, e certe volte avrebbe rinunciato a tutto pur di uscire dalla propria testa solo per un secondo."
Un incubo banale di Halle Butler
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