Un mondo di libri:
divani in viaggio
divani in viaggio
New York, anni '60.
Rachel Deborah Shilsky è un'ebrea polacca, fuggita negli Stati Uniti con la famiglia, lì si sposa con un uomo nero, cancellando ogni legame con la sua famiglia d'origine e affrontando le nuove discriminazioni di un matrimonio misto.
Genera dodici figli e pur non godendo di grandi disponibilità economiche, tutti i figli riescono a studiare e a diplomarsi o laurearsi.
Manda avanti da sola una casa, dopo che il primo marito muore e il secondo è per lo più assente e bada da sola alla crescita e all'educazione dei figli.
Il ricordo delle sue origini le ha sempre causato dolore per il distacco netto da quella famiglia che non ha accettato la sua scelta. Non è un argomento di cui parla, lo fa solo nel momento in cui il figlio, che è poi lo scrittore, le chiede chiarimenti a riguardo.
Un donna bianca che vive in un quartiere di afroamericani e che quando i figli le chiedono di che colore sia, lei risponde di avere "il colore dell'acqua".
Una storia di coraggio, di dolore, di sfida al razzismo e alle barriere che i gruppi di appartenenza creano, emarginata dalla comunità bianca, così come da quella nera.
Un racconto della propria infanzia fino alla realizzazione dei propri sogni, che mette al centro la straordinaria figura materna.
"Quando ero piccolo non ho mai saputo da dove venisse mia madre: dove fosse nata, chi fossero i suoi genitori. Quando glielo chiedevo mi rispondeva: «Mi ha creata Dio». Quando le domandavo se fosse bianca diceva: «Ho la pelle chiara», e cambiava discorso. Crebbe dodici bambini neri, ci mandò tutti alle scuole superiori e nella maggior parte dei casi all’università. I suoi figli diventarono medici, professori, chimici, insegnanti… eppure, finché non fummo adulti, non ci rivelò mai il suo nome da ragazza."
Il colore dell'acqua di James McBride
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