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divani in viaggio
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Polonia, 1939
Judy Batalion, nipote di sopravvissuti polacchi all'Olocausto, compie approfondite ricerche sulle donne partigiane ebree, che si sono opposte alla furia nazista.
Mentre compie ricerche nella biblioteca di Londra, trova Le donne del ghetto, un volume scritto in yddish, che raccoglie ricordi e documenti sulle donne partigiane. È da questo ritrovamento che la scrittrice comprende di avere la possibilità di dare voce alle storie di moltissime donne dimenticate.
Sono donne che hanno prestato servizio come corrieri, combattenti armati, agenti dell'intelligence e sabotatori, tutte hanno messo la propria vita in pericolo mortale per portare a termine le loro missioni.
Le donne spesso trasportavano documenti contraffatti e portavano altri in salvo. Molti raccolsero fondi per le armi e ospitarono mense per i poveri. Hanno anche contribuito a creare una parvenza di routine e normalità per i bambini, organizzando l’istruzione.
Renia Kukielka è una di loro, una contrabbandiera e messaggera di armi che rischiò la morte viaggiando attraverso la Polonia occupata a piedi e in treno.
Perché la scrittrice si sia concentrata sulla storia di Renia, piuttosto che su altre donne, lo dichiara tea le pagine del romanzo “non perché fosse la combattente più famosa e una leader carismatica, ma proprio per il motivo opposto. Renia non era né un’idealista né una rivoluzionaria, bensì un’assennata ragazza borghese che all’improvviso si era ritrovata in un incubo senza fine. Ed era stata all’altezza della situazione, motivata da un senso interiore di giustizia e dalla rabbia.”
Figlie della resistenza. La storia dimenticata delle combattenti nei ghetti nazisti di Judy Batalion
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