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divani in viaggio
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Un città della Russia del futuro prossimo.
Serëža è un professore di filologia che viene condannato a morte per un crimine commesso: ha tradito la moglie con una studentessa.
Nella società in cui vive molto crimini vengono infatti puntini con la pena di morte, anche crimini minori.
Una volta ricevuta la condanna ufficiale dal tribunale, Serëža viene considerato come morto sia dalla madre che dalla moglie, nonostante di fatto non si sappia la data della condanna.
Il protagonista infatti si trova a trascorrere le giornate nel Kombinat dove una mitragliatrice potrebbe colpirlo a sorpresa in qualsiasi giorno al momento della passeggiata con la guardia carceraria.
È proprio nel corso di quella passeggiata che dopo un po' di tempo Serëža decide di rivolgersi alla mitragliatrice in tono ironico salutando con un "Ciao Saša!"
Non sapere la data della propria morte destabilizza moltissimo il protagonista che, nonostante abbia a disposizione un computer, non riesce a parlare con nessuno, neppure con i suoi followers sui social e si rifugia nei dialoghi con le figure religiose di varie confessioni che vanno a trovarlo come da regolamento.
"Vivo in condizioni piuttosto confortevoli, nella camera singola di un normalissimo albergo. Ma potrebbero fucilarmi da un giorno all’altro. Potrebbero fucilarmi da un giorno all’altro."
Un romanzo paradossale che fa riflettere sulla precarietà e sulla solitudine della vita umana.
Sarcastico e irriverente nei confronti di una spiritualità di superficie che non può in nessun modo confortare l'uomo.
Ciao, Saša! di Dmitrij Alekseevič Danilov
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